E’ nell’Ottocento, a seguito dello sviluppo della navigazione civile, che si struttura una prima forma di commercio assimilabile al duty free. A bordo dei transatlantici nasce un commercio di profumi tabacco e alcolici che gode di privilegi fiscali.

Nel novecento quel business si sviluppa anche attorno alle prerogative dei diplomatici e dei militari.

L’atto di nascita del duty free aeroportuale rimanda al 1947, quando all’aeroporto di Shannon, in Irlanda, nasce il primo commercio al dettaglio in regime di esenzione fiscale rivolto ai passeggeri. Tutto sembra ruotare attorno allo spirito imprenditoriale di Brendan O’Regan, che ricopre la posizione di “Catering Controller” a Foynes, punto di rifornimento per idrovolanti che viaggiano tra il Regno Unito e gli Stati Uniti. O’Regan intuisce che quell’occasione di ristorazione e commercio, anche in relazione alla convenzione di Chicago del 1944 che estendeva i privilegi fiscali concessi alle navi in acque internazionali ai voli aerei, può divenire un mezzo per rappresentare ai viaggiatori l’immagine dell’Irlanda e, in tal senso, ristruttura il punto vendita per farne una vetrina di prodotti irlandesi.

Con lo sviluppo dell’aviazione transatlantica la struttura, nel 1945, viene trasferita nella base aerea di Shannon che in quegli anni diviene la porta d’Europa, punto di rifornimento di carburante vitale per i voli a lungo raggio. Nell’ottobre del 1945 vi atterra il primo volo di linea per passeggeri dagli Stati Uniti all’Irlanda, operato da American Overseas Airlines, e ben presto passerà di lì oltre il 90% del traffico aereo tra le due sponde dell’Atlantico. Mentre l’aereo faceva rifornimento, i passeggeri potevano mangiare e fare acquisti.

L’intuizione era che l’area potesse essere dichiarata una zona esentasse ed il suo progetto: troverà legittimazione giuridica nel marzo 1947. Nasce così il primo duty free aeroportuale al mondo.

Due mesi dopo un piccolo chiosco nel terminal dell’aeroporto inizia a vendere, oltre a tabacco e alcolici, souvenir, lino irlandese, merci e altri oggetti di produzione locale per i passeggeri in transito, nella  stragrande maggioranza americani facoltosi. Dalla base iniziale di prodotto Irish made, l’assortimento si sposta verso altri prodotti tipici europei tra cui in particolare i profumi francesi e, successivamente, le macchine fotografiche tedesche: una vetrina dell’Europa per gli americani, dunque, in procinto di tornare nel loro paese.

Negli anni cinquanta, a partire dall’esperienza di Shannon si moltiplicano analoghe iniziative.

A partire dagli anni sessanta inizia la fase dell’espansione di questo mercato, parallelamente allo sviluppo del traffico aereo.  Il mercato del duty free europeo inizia a decollare: da un lato, si ingrandiscono le attività commerciali avviate negli anni precedenti, dall’altro nascono nuove attività in ulteriori aeroporti. La grande innovazione di quegli anni è l’estendersi della pratica del self-service.

Altro fattore determinante è il cambio di atteggiamento dei fornitori che iniziano a comprendere l’importanza del canale.

Dai primi anni settanta inizia il processo di concentrazione verso la creazione di operatori di settore di più ampio respiro.

Per i settori duty free e travel retail, gli anni ottanta sono gli anni della creazione di un mercato davvero mondiale.

La fine degli anni novanta rappresenta, come accennato, un giro di boa fondamentale per il mercato del travel retail in relazione all’abolizione del duty free aeroportuale europeo. La maturità del settore e dei suoi operatori si manifesta in quegli anni in tutta evidenza, tanto che molti gestori dei duty free decidono di mantenere invariati i prezzi sulla maggioranza dei prodotti, assorbendo nel proprio margine di guadagno la maggiorazione dell’Iva applicata, salvaguardando in questo modo anche l’occupazione.

Si crea un mercato diverso, mentre permane quello del duty free per i viaggiatori extra comunitari.

Vari fattori hanno contribuito e contribuiscono alla crescita delle vendite. In primo luogo, come detto, la crescita del traffico aereo, ma anche il ivello di specializzazione degli operatori, gli investimenti dei gestori aeroportuali, l’innalzamento della qualità dell’ambiente favorito dai processi di  privatizzazione, gli investimenti da parte dei brand owners (che vedono l’ambiente Travel Retail come un market place dalle forti valenze comunicative) la globalizzazione dei consumi e l’aumento della quota di traffico internazionale e dei viaggiatori di nazionalità emergenti quali Russia, Cina e Golfo, caratterizzati da una maggiore spesa media per passeggero, ma anche dalla ricerca di brand internazionali.

l retail dei luoghi di viaggio è una delle realtà commerciali più interessanti della nostra economia, grazie al suo costante percorso evolutivo.

Si tratta di fenomeno diffuso a livello mondiale attraverso boutique, negozi, bar e ristoranti, attività di servizio per i viaggiatori quali cambiavalue, tax refund, spa, pubblicità e promozione, servizi di sicurezza, autonoleggio, e così via.

È una realtà che si è evoluta in un viaggio che è iniziato nel 1947 all’aeroporto di Shannon in Irlanda, scalo obbligatorio per i voli da e per l’America, grazie all’intuizione di Mr. Brendan O’Regan, l’inventore delle vendite in esenzione di dazi e accise, il Duty Free Shop.

Un viaggio che, a distanza di quasi settant’anni, ci porta nei migliori scali del mondo, ma anche negli aeroporti più piccoli e remoti, sulle più belle e grandi navi da crociera, sui più grandi traghetti, nei più importanti porti e in volo sugli aerei più moderni a trovare le più importanti brand del lusso ma anche una ampia selezione di prodotti “made in” di ogni paese.